INCIPIT
«Allora, com'è?»
Marco si agitò sulla panchina, fissando cocciutamente una lattina di Coca semischiacciata che qualcuno aveva buttato sul vialetto del parco qualche metro più in là.
«Eh dai! Si può sapere cosa c'è? Guarda che mi stai preoccupando.»
Giorgio lo guardava accigliato, la fronte aggrottata che disegnava una sottile teoria di pieghe poco al di sopra del naso a patata, tanto da somigliare a una rozza caricatura di un ferengi.
«È solo che non ne voglio parlare. Non adesso, comunque.»
«Accidenti, ma è solo una ragazza! Anzi, non sai neppure se lo è veramente! Non hai mai fatto così.»
«Certo che lo è.» rispose Marco con un tono che sembrava smentire tanta convinzione. Una volta ne era certo, almeno, ma adesso? Forse era solo un gioco, una di quelle specie di esperimenti che fanno gli studenti della facoltà di psicologia o di sociologia delle università americane, magari per una tesi o per una qualche pubblicazione scientifica. No, non poteva essere così, anzi, non era certamente così: punto.
«Va bene, d'accordo. È una ragazza. E allora? Ci siamo sempre detti tutto, no? Persino quando hai incontrato quella biondina tutto pepe, quella che ti ha
»
|