La riforma dell'affido

Dr. Dario de Judicibus

In questi mesi è in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera una Proposta di Legge che attende da ben quattro legislature di approdare in Parlamento e che si ispira al principio che un bambino abbia sempre e comunque diritto di poter contare sull'affetto, le cure e la presenza di entrambi i genitori. La separazione, quindi, non può e non deve più rappresentare una rinuncia al proprio ruolo genitoriale, un ruolo che non è fatto solo di cure fisiche e materiali, ma di condivisione del quotidiano dei nostri figli, dei loro momenti di gioia e di sconforto, dei loro successi e delle loro paure.

Questa proposta è stata fin dall'inizio nel mirino di chi per troppi anni si è arricchito sulla pelle di tante famiglie che si sono venute a trovare di fronte al dramma della separazione, tanto che ancora oggi c'è chi cerca di vanificarla attraverso una serie di emendamenti che finirebbero per cambiare tutto senza cambiare niente. Le tante associazioni di madri e padri separati che appoggiano la riforma, invece, lottano per superare la triste pratica dell'affidamento esclusivo, oramai considerata obsoleta nei principali Paesi dell'Unione Europea.

Ma qual è il contenuto di questa proposta e che cosa cambierà se essa dovesse essere approvata dal Parlamento senza ulteriori modifiche?

Innanzitutto l'affidamento sarà condiviso fra i genitori, salvo casi eccezionali. Il mantenimento di un rapporto stabile e periodico con i figli diventerà così obbligatorio per entrambi, pena la perdita della potestà. Un eventuale conflitto fra coniugi, che oggi porta all'applicazione automatica dell'affidamento esclusivo, interverrà solo sul tipo di gestione. Nel caso infatti in cui entrambi i genitori fossero dichiarati idonei a svolgere il loro ruolo ma non riuscissero a collaborare, il giudice assegnerà a entrambi competenze specifiche all'interno delle quali ognuno avrà la possibilità di decidere autonomamente ogni qual volta non si dovesse trovare un accordo.

Per quanto riguarda residenza e frequentazione è prevista una maggiore flessibilità rispetto al regime attuale, estremamente rigido in termini di orari e fortemente penalizzante per il genitore non affidatario. Il giudice stabilirà indicativamente i tempi di permanenza dei figli presso l'uno o l'altro genitore in funzione delle necessità oggettive dei minori in modo da garantire un rapporto continuativo dei minori con entrambi. In seguito questi accordi potranno essere cambiati autonomamente dai genitori senza dover ritornare di nuovo da un magistrato. Inoltre i figli avranno piena libertà di decidere loro stessi dei tempi e dei modi della frequentazione indipendentemente dagli accordi presi.

Per quanto riguarda l'aspetto economico, ogni genitore avrà l'onere di mantenere i figli per tutto il tempo di frequentazione. Per evitare che un tale regime penalizzi il genitore più debole economicamente, si provvederà a ristabilire l'equità contributiva tramite opportuno assegno di conguaglio, che terrà conto dei rispettivi redditi. L'entità del contributo, che oggi è fissata a discrezione del giudice, verrà stabilita sulla base di opportune tabelle basate su parametri prefissati. Una volta maggiorenni, i figli diventeranno essi stessi titolari dell'assegno di mantenimento e dovranno accordarsi con il genitore convivente riguardo alla contribuzione alle spese domestiche.