Il Lombardo

A cura di Angelo Veronesi (averones@padaniacity.com)

Il Lombardo si può dividere in due lingue differenti: il Lombardo Occidentale e il Lombardo Orientale. Le due lingue, a detta di molti lingusti differiscono fra loro quanto lo spagnolo dal portoghese.

Lombardo Occidentale

È detto anche Insubre o Milanese. Tenendo conto che ogni lingua ha i confini molto diffusi, approssimando, si può sostenere che questa lingua venga parlata dal fiume Sesia in Piemonte fino al fiume Adda in Lombardia e dal fiume Po a sud fino al Passo del San Gottardo a nord comprendendo la Valtellina. È un territorio che ricalca sufficientemente quello del vecchio Ducato di Milano.

Ovviamente, come ogni lingua che si rispetti ha le sue varianti territoriali, solo in parte legate al territorio provinciale e talvolta infraprovinciale.

Il Lombardo Orientale

È detto anche Orobico. Il Lombardo orientale è diffuso dall'Adda a ovest fino al Mincio a est e dal fiume Po a sud fino a parte della provincia di Trento a nord. In pratica comprende i territori delle Province di Bergamo, Brescia, Cremona, una parte della Provincia di Mantova e una parte della Provincia di Trento.

Anche qui vi sono varianti locali non solo provinciali, ma soprattutto varianti valligiane.

Le Grafie del Lombardo Occidentale

La cosa interessante è che il lombardo occidentale, a causa della frantumazione politica, essendo suddiviso tra molte Province, tra due Regioni (Lombardia e Piemonte) e due Stati (Stato Italiano e Repubblica del Canton Ticino), gode di ben tre grafie differenti:

  1. La grafia storica o milanese, che quella che viene riportato nel dizionario che è presente sul sito, e che è utilizzata fin già dal 1500. È in pratica la grafia milanese del Carlo Porta.

  2. La grafia piemontese nelle province piemontesi, ovvero Verbano Cusio, Ossola e Novara, che è stata imposta dalla Regione Piemonte in questi ultimi anni.

    Si tratta di un fenomeno socio-politico interessante, visto che la grafia piemontese è molto simile a quella storica milanese e quindi nello scrivere in insubre non si notano quasi le differenze.

  3. La grafia ticinese o riformata, come la chiamano alcune associazioni lingusitiche che prendono il nome di famiglie. Per chiarire, è quella che utilizza i grafemi tedeschi (la ü e la ö al posto delle classiche u e oeu o eu della grafia milanese classica.

    Secondo alcuni questa grafia è stata all'inizio imposta dall'uso scolastico nel canton Ticino della lingua tedesca, che fa uso di questi simboli. Essa inizia ad essere utilizzata anche in Lombardia e, praticamente dal dopoguerra, anche in provincia di Monza e nell'alto varesotto e comasco. Cause scatenenati dell'utilizzo di questa grafia riformata, è la sua — secondo i sostenitori — semplicità, poiché è una grafia molto più simile all'italiano, che però fa utilizzo, dove non bastano i segni fonetici italiani, di quelli tedeschi.

    I detrattori di questa grafia invece sostengono che non ha senso utilizzare una grafia italiana per scrivere in lombardo ocidentale, poichè sarebbe come scrivere l'inglese con una grafia francese. Secondo i detrattori di questa grafia riformata, coloro che la utilizzano lo fanno per ignoranza (in senso buono) poiché, dopo il ventennio fascista, quando era proibito anche solo parlare in lombardo, molti che volevano recuperare la propria lingua madre, si sono dovuti arrangiare alla meglio cercando di rendere i suoni con l'unica grafia che conoscevano: quella italiana.

    Purtroppo queste polemiche tra i due schieramenti hanno creato solo confusione e molti sono convinti di parlare due o più lingue differenti, poiché fanno confusione tra grafia e parlato. In questi anni il fenomeno musicale di Davide Van De Sfroos, che canta nella variante locale del lago di Como, detta laghee, ha dimostrato chiaramente a tutti gli insubri di buono spirito che parlano la stessa lingua, anche se poi per motivi campanilistici ognuno tende a rimanere sulle proprie posizioni riguardo la grafia da utilizzare.

    Il problema di questa grafia riformata è che non è codificata univocamente da tutte le Associazioni Lingusitiche locali e in pratica ogni associazione, ma alle volte anche ogni singolo poeta, scrittore o musicista, reinventa da capo le regole grafiche affermando di voler rendere un servizio al mantenimento e alla diffusione della sua lingua madre, rendendo la scrittura più intelleggibile possibile dagli alfabetizzati in italiano.